sabato 21 febbraio 2009

Foto 83: "Folio di aluminio TIM (egalemente per surgelare)"



Sottofondo consigliato: Flowers on the wall ---->


I crucchi hanno la pessima abitudine di abusare dell'italiano quando si tratta di argomenti culinari. Ogni prodotto che abbia a che fare con la cucina deve avere un nome italiano, se no non fa figo (vedi il famoso caffè tizio). Ma almeno cazzo guardate un vocabolario. Oppure chiedete a qualcuno per strada come si scrive in italiano, i turchi e gli italiani formano l'80% della popolazione tedesca. Invece niente, ci danno a culo, con risultati eccellenti. In realtà non mi serviva la carta stagnola, però appena ho visto i "folio di aluminio" mi sono detto: si prendono subito. Poi ho visto che erano della TIM, il che mi ha fatto pensare che qui le ricariche del telefono le vai a fare alla Domopack. La carta stagnola TIM va comprata assolutamente. E poi ho visto il colpo di genio, in alto a destra. L'alluminio serve "egalemente per surgelare". Eccelso.

Poi uscito dal Woolworth (si, ho comprato l'alluminio in un posto dove vendono le mutande) me ne sono andato, tutto fiero del mio acquisto, allo Schlecker. E qui cosa ho trovato? Niente meno che il mitico impareggiabile Filou! Qui il pelato deve commentare per forza. Il mitico Filou dolce che vendevano alla Shell, uno dei vini più vergognosi della storia. D'altronde il fatto che il Filou lo si trovi solo in distributori di benzina o in posti dove si vendono detersivi e spazzoloni per il cesso, beh, fa capire bene che qualità possa avere.

mercoledì 18 febbraio 2009

Foto 82: "Die nachholende Revolution"



Sottofondo consigliato: Faccetta Nera ---->


Con quasi 20 giorni di ritardo festeggio il primo anniversario della nachholende Revolution, un clamoroso fallimento. Il sottofondo è Faccetta Nera, perchè la ascoltavo spesso un anno fa. Non cominciate a rompere le palle con l'insopportabile retorica della resistenza. Primo, il sottofondo musicale è a mia totale e insindacabile discrezione, il che mi rende abbastanza fascista all'interno di questo blog. Secondo, è sempre meglio dell'inno delle SS (giusto Pia?). Terzo, è una canzone che mi piace "musicalmente", come avrebbe detto Lillo ai tempi d'oro. Quarto, basta ascoltare le parole per capire come il testo fosse ingenuo in maniera sublime; magari non sapete che Faccetta Nera, proprio per il suo tono ingenuo e interraziale (l'abissina che diventa romana) venne censurata dal Min Cul Pop e, successivamente, da Mussolini in persona. I fascisti che la cantano allo stadio sono più ignoranti che fascisti.

martedì 17 febbraio 2009

Foto 81: "Binario italiano-bolognese"



Sottofondo consigliato: Crazy ---->


Quando torno in Italia mi piace stare in stazione. La stazione italiana è più umana, più rilassante. Per prima cosa, il marciapiede non è alto come in Germania. Al contrario, sei quasi all'altezza dei binari. E io questa cosa la trovo incredibilmente rilassante. E poi c'è meno ressa, non c'è un viavai di 2000 treni, non si scatenano paranoie collettive quando un treno è in ritardo. E se sei a Bologna, poi, c'è sempre quell'odore inebriante. Un odore tipicamente emiliano-romagnolo, umido e frizzante. E sa di casa, tantissimo. E' un odore che ti fa battere il cuore, come quando fumavi le prime paglie, a 16 anni, o come quando per la prima volta bevevi una vodka liscia al bar, a 15 anni. Quell'odore inebriante rievoca passati lontani. Quell'odore inebriante è meglio non sentirlo più, quando si è vecchi.

martedì 10 febbraio 2009

Foto 80: "Quelli che sono in un parcheggio"



Sottofondo consigliato: Lucille ---->


Quelli che sono in un parcheggio;
Quelli che facciamo su una paglia;
Quelli che speriamo continui;
Quelli che é continuata benissimo;
Quelli che la distanza non ci scalfisce;
Quelli che Ffm-Bologna costa 11 euro tutto compreso;
Quelli che gli altri sono dei cinni sfigati;
Quelli che l´erasmus non finisce mai,
Quelli che sono troppo vecchi per far cose da giovani;
Quelli che si vergognano;
Quelli che ormai non si vergognano piú;
Quelli che disprezzano perché vorrebbero comprare;
Quelli che ridono quando vedono le coppie che si scoppiano;
Quelli che il sinonimo di "scoppiarsi" é "sfiambarsi";
Quelli che sono in un parcheggio;
Quelli che il calcio.

lunedì 9 febbraio 2009

Foto 79: "Antonio Loperfido"



Sottofondo consigliato: Got my mojo working ---->


In un post di diversi mesi fa (come i fedelissimi di questo blog si ricorderanno) avevo inserito nella top 5 dei miei idoli estivi Antonio Loperfido. Trattasi di un gommista di Matera, che non ho nemmeno mai visto di persona tra l'altro. Avevo solo notato il cartello con la pubblicità della sua officina durante una delle mie peripezie in Basilicata. Appena visto il cartello mi son detto: tu ti chiami Loperfido veramente? Sei il mio idolo. Uno che si chiama Antonio Loperfido gode di una lexical priority assoluta. Obbene oddunque (come diceva il mitico Perfetti), oggi mi sono detto: cerchiamo il sito della sua officina su internet. Cazzo, c'è tutto su internet, non ci sarà l'officina di Antonio Loperfido? No, non c'è. Ma ci sono altri 3 omonimi.

Antonio Loperfido 2: psicologo che coordina "L'osservatorio del suicidio e del parasuicidio" del Dipartimento di salute mentale di Pordenone e che è autore di numerose pubblicazioni sull'argomento. Ottimo.

Antonio Loperfido 3: non so chi sia, è un tizio su facebook. Facebook di merda. Se digiti "turbato thomas" viene di sicuro un link con un tizio che si chiama così e che ha il profilo su quel cazzo di sito.

Antonio Loperfido 4, un ingegnere (ovviamente materano) che ha fatto una discreta carriera accademico-militare tra 800 e 900. Nel 1927 un tale Riccardo Ribocci (o Riboccia) scrisse un delizioso encomio di Loperfido 4 in un divertentissimo stile barocco-balilla. L'encomio si chiude così: "A distanza grandissima per l'ingegno, la profondità degli studi, l' attività prodigiosa, ma prossimo ad Antonio Loperfido nella consuetudine della vita quotidiana e più prossimo ancora nella verginità di ogni encomio servile, chi scrive queste notizie, con la brevità imposta dall'abbondante materiale messo in relazione allo spazio che si può domandare ad una rivista mensile, ha ritenuto di adempiere ad un sacrosanto dovere col segnalare dalle pagine di questo periodico la vita proba e l' opera luminosa di un degno figlio di quella forte Basilicata, che dette all'Italia in ogni tempo uomini integri ed insegni" (sic!).

Lo so, la foto non c'entra un cazzo. O meglio, c'entra ma non mi va di spiegarvi perchè.

Foto 78: "La dinastia fallica"



Sottofondo consigliato: Flowers on the wall ---->


E insomma, un po' di leggerezza quando si esce dal tunnel.

domenica 8 febbraio 2009

Foto 77: "Tunnel"



Sottofondo consigliato: Flowers on the wall ---->


Sono entrato in un tunnel. E quando entro in un tunnel provo fastidio. Il tunnel consiste nel percepire un problema senza riuscire a metterlo a fuoco. Un po' come quando cerchi di fare una foto a un'immagine in movimento. La macchina si sforza di mettere a fuoco, tu stesso ti sforzi di metterti nella posizione migliore, ma niente: l'immagine non si fissa. Certo, a volte ti sembra di avere la messa a fuoco giusta, e scatti. Ma poi ti accorgi che la foto fa cagare, la messa a fuoco non era buona. E quindi bisogna cominciare da capo. Voi mi chiederete: è proprio necessario fare sta foto? Si. Rawls mi stai sul cazzo.
Comunque, quando entro in un tunnel mi sposto di fronte alla mia tabella appesa alla porta. Notare sulla sinistra il prestigioso candelabro gotico a 16 candele, il tappeto che (giuro) è stato pagato dal mio padrone di casa 1000 euro e il vaso cinese con sopra il berretto greco regalatomi dalla margherita. In questa atmosfera pacchiana cerco di schiarirmi le idee mettendo nero (e verde) su bianco i ragionamenti che mi frullano in testa. E ci ragiono sopra finchè non crollo in un sonno incazzato, per poi risvegliarmi la mattina presto con la necessità impellente di mettere a fuoco il cazzo di problema. Essere pagati per pensare è più faticoso di quanto non sembri.

venerdì 6 febbraio 2009

Foto 76: "Lutero e la poltrona in pelle"



Sottofondo consigliato: Turned on ---->


Voi non avete un'idea di quanto sia godurioso sedersi (o meglio, stravaccarsi) su una poltrona del genere. Comodissima, grande, in vera pelle. Le mie aspirazioni fantozziane mi fanno sperare che si tratti di pelle umana, ma purtroppo i crucchi sono troppo politicamente corretti per scuoiare qualcuno. Dopo la guerra si sono trasformati in un popolo di schiantapalle. Si vede che sono protestanti. Hanno un profondissimo senso di colpa, che genera in loro un tragico bisogno di redenzione. Redenzione che rimane tuttavia al di fuori della portata dell'uomo. La colpa non si cancella, il peccato non si lava via con preghiere ed opere di bene. Il peccato rimane come una ferita aperta, che non si può rimarginare, se non per imperscutabile volontà della grazia divina. La colpa va dunque riconosciuta e sbandierata in un processo di autoflagellazione pubblica. Bisogna cercare in tutti i modi di dimostrare un tanto necessario quanto tardivo e inutile pentimento. E quindi giù ad abusare del dialogo, della democrazia, della concertazione. Bisogna decidere come sistemare i mobili nell'area relax del nostro ufficio? Si indice una riunione, si discute e si vota. Si deve decidere se scrivere sul biglietto da visita "Phd candidate" piuttosto che "Phd fellow"? Si organizza una riunione con gli anglofoni. Che palle. Noi italiani non siamo così. Noi siamo cattolici. A noi il fatto che fossimo alleati di Hitler ci interessa relativamente. Ci sono le scusanti, le attenuanti. E comunque basta dire qualche preghiera, fare qualche voto, fare un po' di penitenza. Una volta che il papa ci benedice siamo a posto. Insomma, per noi Dio non è mica così bastardo come credono i protestanti. Dio non punisce, Dio patteggia. A noi non serve abusare della democrazia e del dialogo per dimostrare che siamo pentiti. Abbiamo chiesto scusa e siamo a posto, non rompeteci i coglioni. Noi cattolici, in fondo, un negro lo potremmo scuoiare. Specialmente se ciò servisse a fabbricare una poltrona in pelle umana per me, che sono l'omonimo di un famoso teologo cattolico.

giovedì 5 febbraio 2009

Foto 75: "Primo primo piano"



Sottofondo consigliato: Dolcenera ---->


Un richiamo ufficiale al mio regelmäßigen Leser (visto che bravo? aggettivo declinato al dativo, debole vista la presenza del determinativo precedente). Cazzone, non mi avevi fatto notare che su 74 foto mai una volta ho riportato la mia forma artistica migliore: il primo piano del sottoscritto. 74 foto neanche un primo piano. E dire che, come tu ben sai, la memoria della mia macchina digitale è ingolfata di mie smorfie ravvicinate. E allora rimedio subito, eccoti un eccellente primo piano: io che mi sparo Johnny Cash in cuffia, fermo in stazione a Francoforte, sguardo perso. Chissà a cosa pensavo. Anzi, chissà le palle, lo so benissimo a cosa stavo pensando: stavo pensando al mio paper per Lisbona appena finito, che mi era costato due mesi di delirio, depressione e smarrimento del senso di sè. Ma ho incontrato la luce alla fine del tunnel, una luce di nome Klaus.

mercoledì 4 febbraio 2009

Foto 74: "A picture"



Sottofondo consigliato: Scirocco ---->


Oh sweetheart it's so much fun to be reminded
Of how we used to look and what we used to do
And each time we make a memory I'm reminded
I can't picture me with no one else but you

Here's a pose of you that looked so sweet and lovely
That's the way I pictured you right from the start
And here's a picture of you being close beside me
That's the picture that I carry in my heart

Oh sweetheart it's so much fun to be reminded
Of how we used to look and what we used to do
And each time we make a memory I'm reminded
I can't picture me with no one else but you

martedì 3 febbraio 2009

Foto 73: "Wafer alla nocciola verso il tramonto"



Sottofondo consigliato: Scirocco ---->


C'è qualcuno in questo mondo che potrebbe apprezzare questa combinazione: wafer alla nocciola + stazione di cesena (di cui foto). Uso il condizionale perchè probabilmente è una combinazione che non dice niente a nessuno, e lo posso anche ben capire. Ma poi l'importante è prendere il treno, il primo treno. E andare verso il tramonto, verso Bologna, vedendo sfumare il paesaggio pallosissimo e piatto. Un paesaggio che ti può piacere solo per abitudine, solo perchè è il tuo. E quando arrivi a Bologna è già buio, c'è già quell'odore frizzante di umido serale che solo Bologna sa avere. La primavera ritorna sempre, magari amara, magari non più genuinamente bolognese. Ma ritorna.

Foto 72: "Texasstimmung"


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Sottofondo consigliato: Amos Moses ---->


You know what I'm gonna do? I'm gonna get myself a 1967 Cadillac El Dorado convertible with all leather cow interior. And I'm gonna drive in that baby at 115 miles per hour gettin' one mile per gallon, sucking down Quarter Pounder cheeseburgers from McDonald's in the old fashioned non-biodegradable styrofoam containers. And when I'm done sucking down those greeseball burgers I'm gonna wipe my mouth with the American flag. And then I'm gonna toss the styrofoam containers right out the side. And there ain't a goddamn thing anybody can do about it; you know why? Because we've got the bombs, that's why. Two words: nuclear fuckin' weapons, OK?! Russia, Germany, Romania they can have all the democracy they want, they can have a big democracy cakewalk right through the middle of Tianamen Square and it won't make a lick of difference, because we've got the bombs, OK?! John Wayne's not dead, he's frozen, and as soon as we find a cure for cancer we're gonna thaw out the Duke and he's gonna be pretty pissed off. You know why? Have you ever taken a cold shower? Well multiply that by 15 million times: that's how pissed off the Duke's gonna be! I'm gonna get the Duke, and John Castive Eddies, and Lee Marvin, and Sam Peckenthorp, and a case of whiskey, and drive down to Texas...

domenica 1 febbraio 2009

Foto 71: "Stivali & Texas Saloon"



Sottofondo consigliato: Lord, mr Ford ---->

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Ieri sera volevo sfruttare i miei tamarrissimi stivali da cowboy. A Francoforte c'è un solo posto dove puoi incontrare gente che apprezza stivali del genere: il Texas Saloon. Un posto fichissimo. Locale arredato con targhe texane e bandiere sudiste in cui bazzicano crucchi obesi coi cappelli da cowboy. Eccellente. E allora si esce di casa (freddo porco), si va a piedi fino a Parlamentsplatz, si prende la U7 e si scende alla seconda fermata. Stivali da cowboy, giubbotto di pelle e jerry reed a sbombo nell'Ipod per prepararsi adeguatamente alla Texasstimmung.
Ieri sera suonavano i Modern Earl, un gruppo country-trash davvero notevole. Come arrivo mi metto a parlare col bassista, già palesemente sbronzo prima di iniziare. Rideva sempre, aveva in testa un cappello uguale a quello che usava mio nonno per andare a potare i meli e diceva di continuo che il loro vecchio batterista aveva "fucked himself up". Il mio idolo. Ad ogni modo, la serata si è protratta al meglio. Ho bevuto un barile di birra e ho fatto duecento foto a sti tizi. Ma mi sono evoluto, ho cominciato a fare anche dei video. Solo che poi quando sono tornato (barcollando) a casa mi sono accorto che la maggior parte dei video erano impresentabili. Alcuni sembravano fatti da uno col morbo di parkinson in stadio avanzato (riuscivo a barcollare anche da seduto). Altri erano un po' più stabili ma comunque inutilizzabili a causa delle cazzate che mi uscivano di bocca mentro riprendevo, tipo "dio lop a so' imbarìgh". Se ne è salvato solo uno, che ho postato su youtube. Che tenerezza, il mio primo video su youtube... http://www.youtube.com/watch?v=3Y8gioZPF_c