martedì 30 settembre 2008

Foto 39: "Dentro di noi"



Sottofondo consigliato e direi quasi d'obbligo: Scirocco ---->


Ricordi le strade erano piene di quel lucido scirocco c
he trasforma la realtà abusata e la rende irreale;
sembravano alzarsi le torri in un largo gesto barocco
e in via dei Giudei volavan velieri come in un porto canale.
Tu dietro al vetro di un bar impersonale,
seduto a un tavolo da poeta francese, con la tua solita faccia aperta ai dubbi
e un po' di rosso routine dentro al bicchiere:
pensai di entrare per stare assieme a bere
e a chiaccherare di nubi...

Ma lei arrivò affrettata danzando nella rosa di un abito di percalle che le fasciava i fianchi
e cominciò a parlare ed ordinò qualcosa,
mentre nel cielo rinnovato correvano le nubi a branchi
e le lacrime si aggiunsero al latte di quel tè
e le mani disegnavano sogni e certezze,
ma io sapevo come ti sentivi schiacciato fra lei e quell' altra che non sapevi lasciare,
tra i tuoi due figli e l' una e l' altra morale come sembravi
inchiodato...

Lei si alzò
con un gesto finale,
poi andò via senza voltarsi indietro
mentre quel vento la riempiva di ricordi impossibili,
di confusione e immagini.
Lui restò come chi non sa proprio cosa fare
cercando ancora chissà quale soluzione;
ma è meglio poi un giorno solo da ricordare
che ricadere in una nuova realtà sempre identica...

Ora non so davvero dove lei sia finita, se ha partorito un figlio o come inventa le sere,
lui
abita da solo e divide la vita tra il lavoro, versi inutili e la routine d' un bicchiere:
soffiasse davvero quel vento di scirocco
e arrivasse ogni giorno per spingerci a guardare dietro alla faccia abusata delle cose,
nei labirinti oscuri della case, dietro allo specchio segreto d' ogni viso,
dentro di...
noi.

Foto 38: "Frankfurt am Main"



Sottofondo consigliato: dolcenera ---->

lunedì 29 settembre 2008

Foto 37: "Che popolo, vecchio"



Sottofondo consigliato: La femme d'argent ---->


Ieri avevo bisogno di andare in un posto isolato, di quelli che piacciono a me. Non un bosco, perchè mi inquieta la natura; ma neanche un posto affollato, perchè poi la gente mi guarda male quando parlo da solo. L'ideale sono campi, zone industriali, binari abbandonati etc. Ma quando sono in Germania nella zona Rhein-Main c'è un posto che li batte tutti: il parcheggio di Weisenau, in questa foto.

Davvero, bisognerebbe vederlo per crederci. Innanzitutto è immenso, ieri ci ho fatto un po' i conti e ci sono un migliaio abbondante di posti macchina. Poi è in una zona isolata di suo, quindi doppia garanzia di tranquillità. Poi è rialzato, tipo ziggurat, il che ti permette di vedere dal'alto quando il 65 passa dalla heiligkreuzweg e quindi di sapere che ore sono. Ma soprattutto è sempre costantemente deserto. E non può che essere così, non c'è assolutamente nulla lì attorno. Al massimo ci vanno i tamarri a fare i burn out con le moto o i maragli a ballare il genere yoyo-nigga o qualcosa di simile.
Mi sono sempre chiesto a che scopo i crucchi abbiano costruito quella spianata da kilometri quadrati se tanto non ci parcheggerà mai nessuno. Ma i crucchi sono così, loro hanno i soldi e li devono spendere entro delle scadenze che si danno da soli. Tipo il mio prof mi ha telefonato e mi ha detto: guarda, ho 1000 euro per te, bisogna che tu compri 1000 euro di libri entro novembre. Jawohl mein General.

martedì 23 settembre 2008

Foto 36: "Noi, se si muore solo un po', chissenefotte"



Sottofondo consigliato (e per te obbligatorio): Crazy ---->


Non é che ci voglia tanto a capire a chi é dedicato questo post. All'unica persona al mondo che vorrebbe ascoltare una canzone d'amore su un binario desolato, in mezzo alla nebbia. Io seduto, tu in piedi, ad aspettare il treno nella panchina più lontana che troviamo. Ma stavolta il treno non lo prendo. Ci voltiamo a guardarlo, insieme; ci facciamo cullare del rumore dei freni e dal viavai della gente in lontananza che sale e scende, anonima. E lo osserviamo ripartire, lento e svogliato. Seguiamo con lo sguardo le lucine rosse che insanguinano la nebbia, finchè non spariscono. E intanto Willie gracchia ancora in sottofondo.

giovedì 18 settembre 2008

Foto 35: "Hochtechnologisches Büro"



Sottofondo consigliato: Amos Moses ---->


A grande richiesta ecco una foto del mio studio supersburone (ma quanto mi piacciono ste cose). Nella foto si vedono nell'ordine:
1) La porta/finestra con accesso ad una gigantesca terrazza con annesso barbecue.
2) Sedia superergonomica colore blu subbbacquo.
3) Lampada con capacità di illuminazione pari a quella degli abbaglianti di un tir.
4) Schermo da circa un metro quadrato.
5) Vocabolario per limitare i danni quando cerco di scrivere in tedesco.
6) Critica della ragion pratica (che non ho mai letto nè mai leggerò probabilmente).
7) Stampante/scanner/fax/tegame di tu' ma' tutto incorporato.
8) Foto della mia padrona.
9) Computer sburone.
10) Telefono multifunzione talmente incasinato che, nonostante i miei sforzi, non sono ancora riuscito a fare una telefonata.

lunedì 15 settembre 2008

Foto 34: "Foto sciroccata"



Sottofondo consigliato: scirocco ---->


Ritorno dopo una breve pausa, mi sono dovuto riprendere emotivamente dal fatto che "canzone di notte numero 3" non è più disponibile, o available o verfügbar. Sono andato profondamente in crisi, ma ho rimediato sostituendola con "scirocco", che rappresenta lo stesso stato d'animo più o meno.
Obbene oddunque, che foto autistica questa. Ero steso nel divano, era agosto, non avevo voglia mezza di studiare, ero appena stato nel campo a ingozzarmi di uva. In questi casi le foto sono l'ultimo appiglio autistico. Chiudersi in un mondo in cui fai una serie di foto tutte uguali, inutili e brutte. Però questa mi piace, per la combinazione di colori, sono colori vividi.
La sera prima ero stato in sala prove, tra fumo, birra, e percezione del passato ormai andato.
La sala prove non è più quella di una volta, quella artigianale di casa mia. Adesso è diventata tecnologica, barocca, chiusa in se stessa. Una volta ci si trovava per provare tutti insieme, per andare a suonare (o fare figure di merda) al mare, c'erano le fighine nel salotto di fianco. Adesso è tutto un altro ambiente, computerizzato, in cui vegetano costantemente plaz e pucce.