sabato 31 gennaio 2009

Foto 70: "Facebook muori"



Sottofondo consigliato: Lord, mr Ford ---->


Mi sono cancellato da facebook. Perchè? Sono cazzi miei. Ma questo facebook non lo accetta. Cominciamo dall'inizio. Allora, tu digiti l'opzione disattiva account. Subito compare la scritta: are you sure? Ok, ci sta che me lo chiedi. E allora digito si, son sicuro. A questo punto compaiono 4 profili a caso, sotto ogni profilo c'è scritto: are you sure? tizio will miss you! E già cominci a incazzarti. E allora ripeti che si, sei sicuro, rompete poco i coglioni. A questo punto ricompare una scritta, con tutti i tuoi amici: are you sure? 107 friends will miss you! Ma dio prete, mi pigli per il culo? Sono sicuro si! Bene, tutto a posto? No, devi spiegare perchè ti cancelli da facebook, devi scegliere tra alcune opzioni. Io salto a piedi pari, fatevi fottere. Lo saprò ben io perchè mi cancello. No, operazione non valida. DEVI spiegare perchè te ne vai, se no l'account non te lo disattiviamo. Trenta bestemmie. Allora ne scelgo uno a caso, dico che mi cancello perchè non ho capito come si usa facebook. E allora viene fuori il messaggio: ehi, ma te lo spieghiamo noi come si usa, non c'è bisogno che ti cancelli! A quel punto non ci ho visto più, ho cominciato a cliccare qualsiasi cosa, un click una bestemmia, una bestemmia un click. Adesso sono disattivato, ha funzionato. Sia lodato gesu cristo.

venerdì 30 gennaio 2009

Foto 69: "Argh"



Sottofondo consigliato: come sei veramente ---->


Non potete capire quanto mi stia sulle palle questa fermata della U4, quanto mi stia sulle palle Bockenheim e quanto mi stritolino i coglioni le cazzo di riunioni per salutare i nuovi membri del cluster. Popolo di spaccapalle che ha la mania del politicamente corretto, dell'ausdiskutieren. E comunque: lo facciamo sto 69 o no?

giovedì 29 gennaio 2009

Foto 68: "Johanna + campo + dresda + ingenuità"



Sottofondo consigliato: 1979 ---->


Sempre più spesso cado in depressione. Quando mi capita argino come posso il problema. Un trucco è quello di catapultarmi nel passato. Bastano due o tre anni. E penso a come ero, a come ero ingenuo rispetto ad adesso, a come si stava bene quando si stava peggio. Che poi si stava male, molto peggio di adesso. Ma il passato è dolce per definizione. E poi i problemi che avevo nel passato non li ho più, li vedo anzi come ridicoli. Quindi mi cullo nell'immaginarmi dove ero per esempio tre anni fa, stessa ora stesso giorno. E penso: allora non avevo i problemi che ho adesso, ero ancora in tempo per evitare casini. E i problemi che avevo erano cazzate. Ergo, se tornassi indietro starei bene. E funziona.
Adesso, per esempio, sono fissato con la primavera 2006. Uno dei periodi più bui della mia esistenza già di per se non particolarmente brillante. Eppure mi manca. E allora vado su internet, digito su google immagini (anzi, su google bilder) tre o quattro parole che mi ricordano quel periodo, e scelgo la prima foto che viene fuori. La quale foto normalmente non c'entra un cazzo con le parole che digiti, perchè se digiti cane + aereo + birra non viene fuori una via di mezzo, tipo un cane volante sbronzo. Magari viene fuori un prosciutto o un pesce radioattivo, secondo una logica oscura e imperscrutabile ma, sono convinto, assolutamente geniale. Insomma, ho cercato su google johanna + campo + dresda + ingenuità ed è venuto fuori un disegno in bianco e nero di un tizio carico di libri. Ah già lo sapete, l'ho appena postata...

sabato 24 gennaio 2009

Foto 67: "Quelli che sono a Dresda"



Sottofondo consigliato: Lucille ---->


Quelli che sono a Dresda;
Quelli che litigano al telefono;
Quelli che stasera andiamo a un concerto jazz;
Quelli che prendo una beck's all'autogrill, in lacrime;
Quelli che il terzo piano del 38 ci fa piangere;
Quelli che non c'è via di scampo;
Quelli che odiano Duns Scoto;
Quelli che un anno dopo sarà tutto stupendo;
Quelli che due anni dopo sarà tutto stupendo;
Quelli che per quest'anno ci viene solo il vomito;
Quelli che si stendono sull'erba a fine marzo;
Quelli che cantano "give me hope";
Quelli che si stava meglio quando si stava peggio;
Quelli che non sanno se andare in erasmus;
Quelli che Mainz chissà come sarà;
Quelli che insultano la Liguria;
Quelli che non sanno che vinceremo i mondiali;
Quelli che sono a Dresda;
Quelli che il calcio.

giovedì 22 gennaio 2009

Foto 66: "Cazzoni maledetti"



Sottofondo consigliato: When you're hot you're hot ---->


Ma mi pigliate per il culo? Siete mai stati su un volo della Ryanair? Io ne prendo circa 16 all'anno tra andata e ritorno, e vi garantisco che le hostess sono delle cesse paurose. Non se ne salva una. Esteticamente impresentabili. O delle tapparotte toblere o delle stangone rachitiche senza culo e senza tette; tutte rigorosamente da brodo. Quelli della Ryan sono dei cazzoni maledetti, di quelli che alle feste giocano con la playstation. Però poi a un certo punto Mr Ryan intravede una tizia sbronza e interrompe il campionato a PES 6. Le offre da bere perchè si faccia fare una foto insieme a lui. Lei è sbronza, certo non abbastanza da limonarlo, ma abbastanza da fare un sorriso idiota in una foto, previo rifornimento di alcool. Ed ecco che il giorno dopo Mr Ryan fa la sua entrata trionfale al pub con la foto in mano, bullandosi di essere circondato da fighine. Mr Ryan, basta pubblicità ingannevole. Ammettete di aver ingaggiato le hostess (sbronze) della Lufthansa per quelle foto pacchiane (e per questo bellissime).

martedì 20 gennaio 2009

Foto 65: "Ffm"



Sottofondo consigliato: crazy ---->


La nostra ffm, di cui ti innamori per forza. Ffm é la bella fighina del liceo, quella perfetta, quella con cui vuoi stare per fare invidia a tutti. È bella, ordinata, pulita, elegante, sobria. Sa passare con disilvoltura da uno stile all´altro. Dal grattacielo mozzafiato alla casina lungo il fiume, dal locale country alla banca centrale europea, dal duomo all´euro gigante che sta alla Willy-Brandt. Come una bella fighina che legge Kant ascoltando in cuffia Johnny Cash. Che amore.

domenica 18 gennaio 2009

Foto 64: "E' quasi magia Johnny"



Sottofondo obbligato: a boy named Sue ---->


My daddy left home when I was three And he didn't leave much to ma and me Just this old guitar and an empty bottle of booze. Now, I don't blame him cause he run and hid But the meanest thing that he ever did Was before he left, he went and named me "Sue." Well, he must o' thought that is quite a joke And it got a lot of laughs from a' lots of folk, It seems I had to fight my whole life through. Some gal would giggle and I'd get red And some guy'd laugh and I'd bust his head, I tell ya, life ain't easy for a boy named "Sue." Well, I grew up quick and I grew up mean, My fist got hard and my wits got keen, I'd roam from town to town to hide my shame. But I made a vow to the moon and stars That I'd search the honky-tonks and bars And kill that man who gave me that awful name. Well, it was Gatlinburg in mid-July And I just hit town and my throat was dry, I thought I'd stop and have myself a brew. At an old saloon on a street of mud, There at a table, dealing stud, Sat the dirty, mangy dog that named me "Sue." Well, I knew that snake was my own sweet dad From a worn-out picture that my mother'd had, And I knew that scar on his cheek and his evil eye. He was big and bent and gray and old, And I looked at him and my blood ran cold And I said: "My name is 'Sue!' How do you do! Now your gonna die!!" Well, I hit him hard right between the eyes And he went down, but to my surprise, He come up with a knife and cut off a piece of my ear. But I busted a chair right across his teeth And we crashed through the wall and into the street Kicking and a' gouging in the mud and the blood and the beer. I tell ya, I've fought tougher men But I really can't remember when, He kicked like a mule and he bit like a crocodile. I heard him laugh and then I heard him cuss, He went for his gun and I pulled mine first, He stood there lookin' at me and I saw him smile. And he said: "Son, this world is rough And if a man's gonna make it, he's gotta be tough And I knew I wouldn't be there to help ya along. So I give ya that name and I said goodbye I knew you'd have to get tough or die And it's the name that helped to make you strong." He said: "Now you just fought one hell of a fight And I know you hate me, and you got the right To kill me now, and I wouldn't blame you if you do. But ya ought to thank me, before I die, For the gravel in ya guts and the spit in ya eye Cause I'm the son-of-a-bitch that named you "Sue.'" I got all choked up and I threw down my gun And I called him my pa, and he called me his son, And I came away with a different point of view. And I think about him, now and then, Every time I try and every time I win, And if I ever have a son, I think I'm gonna name him Bill or George! Anything but Sue! I still hate that name!

venerdì 16 gennaio 2009

Foto 63: "La foto del Reno"



Sottofondo obbligato: come sei veramente ---->


Quando piangi per una foto ti piacerebbe piangere insieme a qualcuno. E allora serebbe un pianto di gioia. Non sarebbe più la foto sbagliata con la colonna sonora sbagliata al momento sbagliato.

mercoledì 14 gennaio 2009

Foto 62: "Quelli che la musica ci distrugge"



Sottofondo consigliato: lucille ---->


Quelli che la musica ci distrugge.
Quelli che Tony Towerz has transformed his own experience and personal efforts as a recording artist into a meaningful soundtrack.
Quelli che faccetta nera bella abissina.
Quelli che la musica fa venire quasi sempre nostalgia.
Quelli che la prima canzone che ci ha fatto piangere è stata "notti magiche".
Quelli che la canzone che ci ha fatto piangere definitivamente è stata "seven nation army".
Quelli che non sanno che sto citando Iannacci.
Quelli che il blues fa schifo, ma ciononostante leggono questo post.
Quelli che questo post mai lo leggeranno perchè c'è un sottofondo blues.
Quelli che la musica aiuta a dirti ti amo, ti ho sempre amata, o forse no.
Quelli che scrivono una canzone per una ragazza.
Quelli che si scopano una ragazza perchè le hanno scritto una canzone.
Quelli che cantano tre cazzate in inglese sgrammaticato su un giro di do.
Quelli che, nonostante tutto, sono felici quando ascoltano Vasco.
Quelli che ascoltano la musica, una qualsiasi, a Francoforte.
Quelli che forse ascoltano solo i propri pensieri e il battito del cuore, a Dusseldorf.
Quelli che non hanno bisogno di una canzone per dire cazzate tipo"tvtb".
Quelli che la musica ci distrugge.
Quelli che il calcio.

lunedì 12 gennaio 2009

Foto 61: "La pattinatrice nel deserto"



Sottofondo consigliato: la femme d'argent ---->


Stanotte ho sognato la pattinatrice, di nuovo. Non so chi sia, non la vedo mai in faccia. Ne vedo solo i piedi (che tra l'altro per me sono la parte piu bella di una donna), vedo che danza sul ghiaccio, ma non so chi sia, anche se il fatto che abbia i piedini piccoli piccoli mi fa venire qualche idea :) Quando alzo gli occhi per guardarla in faccia la vista si annebbia, compare una sagoma danzante e poi lo sguardo ripiomba sui piedi. Ogni tanto appare nei miei sogni, nei posti e nei momenti più improbabili, quando meno te lo aspetti. Non dice niente. Ma si muove, mi guida, mi parla coi movimenti. Stanotte è comparsa nel deserto.
Sognavo di essere un vecchio mercante persiano. Appena arrivato in una città in mezzo al deserto mi sono fermato a rimirarla. All'inizio più con sospetto che con ammirazione. Non è possibile che esista una città così bella, mi dicevo. Io vedevo solo le mura esterne, altissime, tutte d'oro massiccio, tempestate di pietre preziose. Dalle finestre delle torri sventolavano tappeti pregiatissimi, mentre uccelli colorati silenziosi giocavano con gli smeraldi sui davanzali. La città era allo stesso tempo sontuosa ma modesta. Non faceva sfoggio di ciò che aveva. Era silenziosa, ordinata, pacata. E questo la rendeva ancora più superba. Ma dopo poco mi sono reso conto che non potevo entrare. Io, coi miei tappeti tarocchi impolverati sulla spalla, coi denti neri e il cammello sfigato, non potevo entrare. Appena giunto vicino alle guardie che stavano alla porta della città ho chinato il capo e me ne sono andato. Loro non mi hanno dovuto cacciare via, e nemmeno mi hanno deriso. Anzi sono state gentili, quelle guardie. Con uno sguardo paterno e affettuoso ma allo stesso tempo perentorio mi hanno fatto capire che di quella città misteriosa di cui vedevo solo le mura io non ci sarei mai potuto entrare.
Ed è li che è comparsa la pattinatrice, che non sognavo da prima di natale. Pattinava sulla sabbia, con movimenti incantevoli. Belli, semplici, perfetti. E i segni nella sabbia, dopo poco, scomparivano. Come ogni volta, mi sono sentito innamorato della pattinatrice. Come ogni volta volevo parlarle. Ma come ogni volta le ho solo guardato i piedi, senza riuscire ad aprire bocca, paralizzato, tipo Bora di fronte al programma sui bambini del Gaslini di Genova. E poi, silenziosamente, la pattinatrice entra nella città incantata.
Io prendo i miei tappeti polverosi e me ne vado, aspettandola nel prossimo sogno.

giovedì 8 gennaio 2009

Foto 60: "Latte macchiato Tizio"



Sottofondo consigliato: turned on ---->


Ecco, il latte macchiato tizio, una dei punti più bassi che ho raggiunto nel fare la spesa. Allora, ero andato a fare la spesa all'Aldi, e già quello è stato un errore in partenza. Va bene, è tutto molto economico, ma il fatto che il soggetto che abbia fondato l'Aldi sia (giuro) uno degli uomini più ricchi del pianeta deve fare riflettere sulla qualità dei prodotti. Se sei ricco come Bill Gates vendendo roba a prezzi stracciati (lascia pure che tu ne venda tanta) mi viene qualche dubbio non dico sulla genuinità, ma sulla legalità dei prodotti che mi rifili. Comunque sia, una volta che vedi il latte macchiato tizio lo DEVI comprare. Senti un imperativo categorico che ti impone di provare una cosa dal nome così assurdo. E alla fine non era male, aveva davvero il sapore di latte macchiato. Però non si capiva COSA avesse quel sapore. Non era vero latte macchiato, non era crema, non era yoghurt. Era una sostanza semiliquida informe.
Ma all'aldi ho comprato dell'altro. Tipo la famigerata mozzarella "cucina". Una palla bianca di cartone totalmente insapore. Che poi, a ben vedere, "insapore" è un semi-complimento in Germania. Se compri una cosa insapore hai limitato i danni, perchè significa che almeno hai evitato quelle poltiglie abominevoli di insaccati, salse acide e cetrioli. Ecco, tipo quell'insalata di pasta già pronta che ho comprato ieri. Dopo due forchettate mi sembrava di mangiare un topo morto in salsa rosa. L'ho gettata nel bidone bestemmiando. Ma siccome sono previdente, ne avevo comprata un'altra, questa volta di colore verde. Così, per sostituire quella rosa nel caso facesse schifo. Se possibile, quella verde era ancora più radioattiva di quella rosa. Ah, dimenticavo, queste immonde ciotole di insalata di pasta le ho comprate al Rewe, non all'Aldi. Non è che se fai la spesa in posto migliore dell'Aldi la roba è più buona. In Germania la roba fa comunque schifo. Ma può essere uno schifo di qualità diverse. E siccome io sono un signore, la spesa la faccio al Rewe, dove lo schifo è di ottima qualità.
Spero che questo post sia piaciuto non solo ai miei numerosi lettori che appaiono sulla mia mappa vituale, ma anche e soprattutto al pelato della foresta nera, che risulta essere il mio solo "regelmäßiger Leser".

martedì 6 gennaio 2009

Foto 59: "Piedi freddi"



Sottodondo consigliato: turned on ---->


Avevo un'ampia scelta di foto, e alla fine mi sono deciso per la più inutile. Tante foto in quest'ultimo mese: Germania, padania, terronia, neve, nebbia, scarpe da cowboy, binari, immancabili primi piani del sottoscritto. Ma alla fine ho optato per l'ala del boeing 737, perchè mi piaceva quel riflesso rosso e perchè siccome sono autistico sono fissato con la scritta ryanair; da una parte mi attira perchè è palindroma, dall'altra mi fa strippare perchè non lo è del tutto: o due "i" o due "y", dico bene? Sono stato poco nel campo ultimamente. Troppo freddo, mi si congelano i piedi e quando mi si congelano i piedi non riesco a pensare bene. Infatti adesso ci sono 8 gradi sotto zero, ho tenuto il riscaldamento basso per troppo tempo e mi si sono congelati i piedi. E infatti scrivo in modo sconnesso, irritante. Domani avrò i piedi a temperatura più umana e scriverò un post dotato di senso compiuto.