Questo quello che vedo dalla mia poltrona in pelle umana, con la dovuta zoomata s'intende. Quelle panchine mi ricordano quelle all'incrocio tra via Zamboni e via delle belle arti. Solo che per poterle fotografare dalla casa di fronte avrei dovuto spendere tipo 9000 euro al metro quadro. Per avere un buco con vista punkabbestia, nuove bandiere della sinistra bolognese (lo sapete, no? Essere di sinistra a Bologna significa poter imbrattare la cosa pubblica liberamente, e poi ti chiedi perchè i lavoratori votano Berlusconi).
Dicevo. Questa la prospettiva. E dovreste sentire quello che c'è attorno; profumo di erba tagliata, gente che passa per strada, sorride e si saluta, un tizio che in lontananza suona il violoncello. E poi, girato l'angolo, c'è il mondo. C'è Bergerstraße, il posto che vale molto più di qualsisasi trattato sul multiculturalismo. Ci sono le Kneipe all'aperto, c'è Saturn, il Rewe, le banche, i chioschi di giornali e tabacchi degli iraniani, c'è il turco che ha fatto un dottorato in filosofia politica negli anni 7o ed ora fa il barbiere ferocemente anti-americano; c'è la palestinese che vende frutta e verdura, c'è la ragazzetta afghana che entra nel negozio della T-mobile col burka e chiede un telefono che faccia foto ad alta risoluzione; ci sono i baretti di ogni nazionalità, e in uno di questi di sicuro ci sarà gente che festeggerà la vittoria agli europei. E poi ci sono io, che nonostante tutto rimango il solito contadino.
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