sabato 5 luglio 2008

Foto 20: "Erasmus"



Sottofondo per questo post: "got my mojo working",
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Ah, la tipica banalissima e scontatissima cena erasmus. E per questo divertentissima. Nella foto, da sinistra: la fighina ungherese che era venuta in erasmus a Mainz per avvicinarsi al suo ragazzo che abitava in Germania (si, ma a Monaco, cristo di dio, 4 ore di macchina); Mats, lo svedese che si sbronzava regolarmente con una schifosa birra al limone e che di conseguenza aveva fisso l'alito di mastrolindo; la Bucci che mi era venuta a trovare in Germania (e io ovviamente non la sono andata a prendere nè in stazione nè alla fermata della s-bahn; mi sono limitato ad aprire la porta quando ha suonato il campanello); io, che quella sera mi ero detto "oh, stasera mi metto la camicia più brutta che trovo"; la Chiara che ride (probabilmente di me); Santiago, il colombiano peloso che sosteneva che il problema della coca in Colombia è sopravvalutato; e da ultimo sulla destra lei, la migliore in assoluto, l'armadio ungherese: Evi.

Ecco, Evi merita un discorso a parte. Spostiamoci di una settimana in avanti. Bisogna premettere che quella nella foto era la sua casa, nella quale una settimana dopo organizzò una festa di compleanno per Santiago, al solo scopo di intortarselo. Tuttavia Santiago, pur essendo (come la foto testimonia) nano e coperto di una foresta amazzonica di peli, si faceva della gran belle fighine. Capirete da soli che non aveva la minima intenzione di abbassare così drasticamente la propria media. Ciononostante, Evi sfoggiava ottimismo. In effetti Santiago alla festa ci venne, ma con una bella biondina crucca che se lo limonava selvaggiamente di fronte alla povera magiara a forma di mobile dell'ikea. La quale non la prese bene. E iniziò a bere. Dopo la festa, ce ne andammo e ci avviammo lungo il corridoio dello studentato (attenzione, a questa festa presenziava Nicola, presenza che si rivelerà vitale nelle vicende successive). A un certo punto, sentimmo urla provenire dalla casa di Evi. Nicola, avendo fatto un rapido calcolo di quanto alcool era stato mediamente ingerito e di quanto diventano troie le donne in eramsus, sentenziò: "no cioè vecchio, qui stanno facendo un'orgia... io vado a vedere". No, niente orgia. Era solo Evi che si era ustionata pesantemente una mano sulla piastra; causa verosimile: percentuale di alcool nel sangue sopra i limiti fisicamente consentiti. Eh, ma in eramsus ci si vuole bene, si sviluppa un senso di solidarietà interetnica. Quindi non c'è problema. Infatti. Nicola, deluso dalla mancata orgia, accampa una scusa e se ne va a fumare; Maxime, il francese fastidioso (cioè, più fastidioso degli altri) è palesemente incazzato perchè si stava per limonare l'ungherese figa e non nasconde il suo odio per Evi che gli ha interrotto il corteggiamento; Santiago, il migliore, viene incaricato di chiamare un taxi che porti Evi in ospedale e in effetti telefona; dopo 10 minuti Evi in lacrime gli chiede "allora, hai telefonato? quando arriva?"; e lui "no, ma ho telefonato agli spagnoli per andare a fare il botellon; il taxi al massimo te lo chiamo quando arrivo a casa". Superbo Santiago. Ma anche Mats, lo svedese all'alito di detersivo, non scherza. Finalmente arriva il taxi, Mats decide di accompagnare Evi all'ospedale. Allora vedi che in erasmus ci si vuole bene? Come no. Appena arriva il taxi, Evi ci si catapulta dentro implorando l'autista di andare veloce. L'autista però prima si gira verso Mats, che è entrato sul taxi con l'ennessima bottiglia di birra al limone, e gli dice con voce ferma: "ehi ehi, ohne Flasche" (ossia: senza bottiglia sul taxi). Mats sgrana gli occhi dallo sdegno. Ma è svedese ed ha senso civico, quindi sta alle regole. Esce dal taxi, chiede al tassista di aspettare un attimo, si scola la birra e poi rientra. Nel frattempo, la mano di Evi è diventata un kebap.

Ma torniamo alla settimana precedente e alla foto che ho postato. Perchè il migliore di quella sera non compare nella foto. Ed è per quello che è il migliore. Sto parlando di un ungherese di cui nemmeno ci siamo mai sforzati di capire il nome, ma che per assonanza avevamo ribattezzato Ciobar. Era la presenza più inutile dell'erasmus, schiavizzato da tutti. In tutte e due le feste a casa di Evi sgobbava come un negro. Ovviamente, a chi il compito di fare la foto? A Ciobar, naturalmente.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non so se l'intento era quello ma io sto ridendo tantissimo per coprire un minimo di malinconia.

quasi Pablo ha detto...

onorato del commento... :)