domenica 8 marzo 2009

Foto 86: "Miracolo!"



Sottofondo consigliato: La femme d'argent ---->


Miracolo! Miracolo! Ieri è successo un miracolo!
Dopo un post blasfemo come l'ultimo, Dio mi ha riportato sulla retta via.
Mi ha fatto assistere a un miracolo.
Lasciatemi prendere fiato e vi renderò partecipi.
Ommmmmmmmmm.... ecco, ci sono.
Dunque, ieri sera sono andato all'ennesima festa a casa di uno dei miei colleghi. Musica leggera in sottofondo, candele, vino francese (non il filou), e sti tizi che parlano di cazzate (più passa il tempo più capisco quello che dicono, e, con grande refrigerio intellettuale, scopro che parlano di cazzate). Ad ogni modo, ad ognuna di queste feste c'è sempre un dato invariabile: le tizie che si presentano sono necessariamente, costantemente, assolutamente cesse. C'è l'obesa, la tombolotta, la strabica, la rachitica, quella senza collo, quella col naso che se dice di si affetta il pane e se dice di no sparecchia la tavola, quella butterata, quella da brodo, quella semplicemente brutta. Non che per strada se ne vedano di belle, in media le crucche fanno cagare. Ma ogni tanto qualcuna di decente la incontri, qualcuna che ti fa tirare un sospiro di sollievo. Invece alle feste dei dottorandi portare una decente è un tabù. Ma ieri, come dicevo, miracolo. Come arrivo vedo seduta su un divano una che sembra essere chiavabile, anche da sobrio. Una che stava seduta tra due tizie difficilmente bombabili. Ma lei, appunto, sembrava gnocca. E ad un'analisi più attenta si è dimostrata effettivamente fighina (si, era un po' sciacquetta, te lo dico già). Incredibile, non sapevo se esultare o se indignarmi per il fatto che una tizia bombabile aveva varcato la porta, rompendo una lunga e venerata tradizione. Alla fine ha prevalso la gioia e ho iniziato a bere il vino francese. Chiaramente non ci ho scambiato neanche una parola, non l'ho vista quando è andata via e non ho nemmeno capito come si chiama. Ma cazzo, una cosa alla volta. Prima fatemi riprendere; dopotutto sono uno che ha assistito a un miracolo.

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